Buttiamola in mito…Le donne antiche

Oggi come ieri il mondo delle donne raccontato nella sua complessità e varietà

Questa mattina, presso l’Aula magna del Liceo Scientifico “F. Ribezzo” si è svolto un Seminario dal tema provocatorio nella sua introduzione ma altamente stimolante nelle sue proposte, dal titolo: Buttiamola in mito…Le donne antiche. come sono raccontate e come potrebbero esserlo, tenuto dalle prof.sse di UNISalento Flavia Frisone (Ordinaria di Storia greca) e Grazia Semeraro (Ordinaria di Archeologia classica). 
L’incontro, che ha visto la partecipazione delle classi terze dell’istituto, ha proposto un percorso teso a discutere sul ruolo delle donne nel mondo antico attraverso fonti storiche, anche trasversali a diverse discipline, che hanno mostrato le espressioni della soggettività femminile nei secoli, veicolando nel contempo una nuova prospettiva d’indagine. 
Ma ciò che più ha colpito studenti e docenti presenti è stato lo sguardo, critico e nuovo, con cui si è parlato di donne. A fronte di un appiattimento storiografico registrato dall’Ottocento in poi, frutto di una proiezione e di una prospettiva culturale riflesso dei tempi, è emerso oggi il racconto di un mondo di donne caratterizzato da diversità, complessità e varietà di sfumature. Gli interventi delle studiose hanno dato visibilità a un soggetto – le donne, appunto – tenuto ai margini delle indagini storiche tradizionali. Senza essere una «minoranza» in termini numerici, le donne sono state affiancate a quei gruppi subalterni nelle società del passato (contadini, operai, criminali, deviati ecc.), che la storiografia otto-novecentesca ha ignorato e che, invece, quella recente, in convergenza con la storia sociale, intende recuperare alla memoria come soggetti di azione nella storia, richiamandone il ruolo ed esaltandone la consapevolezza.
La rilettura storiografica proposta è passata attraverso la valorizzazione delle tracce che le donne del passato hanno lasciato, a cominciare proprio dalle parole che hanno usato per esprimersi e definirsi. 
I testi raccolti hanno ricordato (ma ai più giovani svelato) l’accidentato percorso per affermare principi di uguaglianza, per bandire le discriminazioni e le violenze che hanno nutrito le società patriarcali, per conseguire diritti e promuovere le donne dentro la famiglia, la società, il mondo del lavoro, le istituzioni.
Si è posto l’accento su come le identità di genere si costruiscano reciprocamente attraverso relazioni e pratiche quotidiane, rapporti di potere, sistemi di norme e istituzioni, ma anche linguaggi e culture dei diversi contesti spazio-temporali. Non si tratta più tanto di rintracciare, con una sottile ansia di competizione, spazi di protagonismo femminili che ne accreditino la presenza sulla scena storica e ne legittimino gli studi, quanto di stabilire la relazione concettuale, determinata storicamente, della categoria “donne” con la categoria ‘uomini’ in un unico ambito che è quello della PERSONA.